Scopriamo con questa breve guida quali sono gli amari italiani da provare assolutamente dopo un’abbondante cena tipica nel Bel Paese.
Proprio come l’aperitivo, l’amaro del dopo cena è praticamente obbligatorio, e vi verrà offerto in quasi tutti i ristoranti. Sono molti gli amari tipici italiani, e sono tutti molto amati. Ognuno ha il suo preferito – e sarà pronto a difenderlo da qualunque accusa gli venga mossa.
Ma che cos’è un amaro? Ufficialmente, è un liquore a base di erbe fatto con alcool di base e una miscela di erbe, spezie e persino fiori. Di solito viene servito in un bicchierino o in un bicchiere con ghiaccio, e spesso guarnito con una scorza di agrumi.
L’amaro digestivo nacque nell’antica Roma, quando i patrizi maceravano le erbe officinali nel loro vino per godere delle loro proprietà curative. In seguito, nel XX secolo, gli amari venivano distillati da famiglie o nei monasteri e poi venduti nelle farmacie, e l’industrializzazione del XXI secolo ha portato alle versioni commerciali che conosciamo e amiamo ancora oggi. Diamo un’occhiata ai cinque amari più amati d’Italia.
1. Amaro Averna
Originario della Sicilia, l’amaro Averna risale al XIX secolo, quando i monaci benedettini dell’Abbazia Di Santo Spirito crearono la sua ricetta segreta. Nel 1868, Fra Girolamo donò la ricetta al commerciante tessile Salvatore Averna, che iniziò a produrre l’amaro nella fattoria di famiglia e a venderlo. Come molti Amari, l’’Averna è dolciastro e la sua consistenza è quasi appiccicosa.
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2. Cynar
Risale agli anni ’50, è tipico di Venezia, e viene fatto con foglie di carciofo distillate. Il sapore di carciofo è infatti caratteristico del Cynar, che è meno dolce di molti altri amari. Oggi, grazie alla sua miscela unica di sapori, il Cynar è diventato un ingrediente popolare nella mixology più all’avanguardia.
3. Fernet Branca
Uno dei più noti (ed esportati) amari italiani è il Fernet Branca, originario diMilano. Nasce nel 1845 nella distilleria dei Fratelli Branca e, a differenza di molti altri, ha un sapore fresco di eucalipto e mentolo, il che lo rende quasi simile a un colluttorio (e questa probabilmente è la ragione per cui non piace a tutti al primo sorso). Il Fernet Branca è stato esportato in Argentina durante una delle prime ondate di immigrazione nel Nuovo Mondo a cavallo del XX secolo e da allora è diventato uno dei più amati dalle famiglie del posto. Gli argentini hanno persino creato un cocktail, il Fernando, fatto con Fernet Branca e Coca Cola.
4. Montenegro
Si tratta di uno degli amari italiani più famosi ed , è stato creato nel 1885 da Stanislao Cobianchi a Bologna. Il Montenegro è uno degli amari più dolci, ed è famoso per la sua insolita bottiglia e per gli indimenticabili suoi spot televisivi. Il poeta italiano Gabriele D’Annunzio ne era un fan, e lo definì il “liquore delle virtù”. Dato che è molto dolce e poco alcolico, è adatto a chi di solito non ama gli amari.
5. Vecchio Amaro del Capo
Il Vecchio Amaro del Capo è un amaro calabrese prodotto dalla Distilleria Caffo di Limbadi vicino a Vibo Valentia. L’anno della sua invenzione da parte dei Fratelli Caffo rimane un mistero, ma sappiamo per certo che il nome del liquore è tratto da Capo Vaticano, la zona raffigurata sulla sua (attraente) etichetta che si trova vicino a Tropea. Realizzato con 29 erbe locali, l’Amaro del Capo è molto dolce, ma è uno dei preferiti tra gli amari italiani.
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