L’estate volge al termine e, come da tradizione, il grande tennis si prepara ad abbracciare l’ultimo slam dell’anno.
New York è pronta a fare da cornice esclusiva alla volata finale della stagione: arriva lo US Open, il secondo torneo più antico in assoluto e, probabilmente, il secondo per prestigio e importanza dopo Wimbledon. Lo US Open è da sempre uno dei tornei più innovativi e all’avanguardia: è stato infatti il primo torneo del mondo introdurre la parità salariale (prize money) per uomini e donne, consegnando addirittura sia a campioni che campionesse lo stesso trofeo. Roba non da poco, considerando quanto e come si sia discusso sul tema negli ultimi anni. Inoltre sembra che a New York siano riusciti a guardare oltre in anticipo anche per quanto riguarda il tiebreak al quinto set (visto che già da tempo si discute per estendere la normativa anche agli altri tre slam). Da queste parti non c’è spazio per le maratone interminabili: al quinto set, il match si decide al tiebreak, proprio come succede in Davis, nella coppa per nazioni. Si perde in fascino, ma si alza la qualità del tennis. Ovviamente, però, mettere d’accordo tutti è praticamente impossibile.
A Flushing Meadows si gioca sul veloce: superficie hard, per dirla all’americana. E allora si va di Serve & Volley, ancora una volta, per chi può e lo sa fare (diciamolo piano però, non sia mai che Rafa ci senta…).
L’appuntamento è di quelli da segnare in rosso sul calendario, e da far coincidere, magari, con la scoperta della città più affascinante e dinamica del mondo per vivere da protagonisti l’evento, oppure per passare notti insonni dal sapore indimenticabile per addolcire il rientro dalle ferie.
Si comincia lunedì 27 Agosto e si andrà avanti, al solito, per due settimane. Tutto il tempo per vedere Gotham invasa da turisti provenienti da ogni angolo del mondo alla ricerca disperata di un autografo sulla pallina o di un selfie con i campioni. I campioni, quelli non mancano mai su un palcoscenico del genere. In primis, Rafael Nadal, campione in carica, numero uno al mondo e fresco vincitore di Toronto; lo spagnolo si sta regalando un’altra stagione indimenticabile, dopo il capolavoro amarcord del 2017 in cui lui e Roger Federer hanno rubato la scena a tutti.
Subito dietro c’è proprio il Re Roger. La delusione di Wimbledon è ancora cocente, ma non c’è opportunità migliore per un riscatto che avrebbe del poetico. Come tutta la sua carriera, sia chiaro. Questa volta però, le cose sembrano essere leggermente diverse: Cincinnati, infatti, ha consacrato il ritorno dell’invincibile Novak. La triade si è riunita, insomma. Dopo il trionfo ai Championship, Djokovic ha completato la sua collezione di Masters 1000 con l’unico tassello che gli mancava. In Ohio ha mostrato un tennis convincente, non ancora indistruttibile come quello degli anni d’oro, ma di sicuro solido come non mai. E allora non può non essere considerato lui, il favorito numero uno per la vittoria finale a NYC.
Rafa, Roger, Nole. Il tempo passa.. e loro non passano davvero mai. Occhio, però, a Sasha Zverev, ancora alla ricerca di un primo acuto in uno Slam; Del Potro e Marin Cilic sono grandi battitori e specialisti della superficie. Attenzione quindi a possibili grandi sorprese: il tennis, si sa, è lo sport del diavolo.
In campo femminile, la Stephens è chiamata all’impresa di confermarsi campionessa in uno scenario sempre più competitivo. L’estate nord americana ha regalato una Simona Halep in grande spolvero: la romena è andata a un passo dalla doppietta Montreal-Cincinnati, perdendo in Ohio dalla Bertens con match point. Sembra essere lei la più quotata per il trionfo a New York – Serena Williams permettendo, ovviamente. La pluricampionessa sta lottando con le unghie e con i denti per ritornare la regina d’un tempo ed è difficile ipotizzare che non riesca nell’impresa. Ci si aspetta un torneo importante anche da Maria Sharapova, Madison Keys e Petra Kvitova. Senza spingersi oltre, insomma, considerata l’imprevedibilità del circuito WTA.
Si accendono le luci sull’Arthur Ashe, lo spettacolo sta per iniziare.