Ricomincia la magia dell’NBA, vediamo insieme cosa ci aspetta.
Ci siamo. Il sipario si apre, lo show sta per ricominciare.
È tutto pronto per la prima palla a due della stagione, per le prime bombe da centrocampo, e per le schiacciate devastanti, per i primi no look spettacolari, e per gli alley oop che fanno sobbalzare dalle poltrone. Ritorna l’NBA, il più grande spettacolo al mondo dove accade l’incredibile, l’inimmaginabile, dove si scrive la storia e si raccontano favole.
Frammenti di eternità destinati ad essere tramandati di generazione in generazione.
Pallacanestro, quindi sport, spettacolo, emozioni, intrattenimento a trecentosessanta gradi. L’NBA fa parte dell’immaginario collettivo, appassiona bambini, giovani, adulti; parla un linguaggio universale, comprensibile in ogni parte del mondo e sa rispondere in maniera impeccabile alle necessità della nostra epoca. Lo fa attraverso lo show sul parquet e, soprattutto, facendo leva sull’incredibile potere comunicativo e mediatico dei suoi campioni.
Lebron James, su tutti. Il re, il prescelto. Il più forte di tutti. Il suo trasferimento a Los Angeles è stato per tutta l’estate sulla bocca del mondo intero. Ha rotto gli equilibri e lanciato un’altra meravigliosa sfida a tutta la franchigia, l’ennesima di una carriera leggendaria che appare ancora molto, molto lunga (trentatré anni, a breve trentaquattro, e non sentirli). Uno di quelli che nascono una volta ogni mille anni, per intenderci. Il mondo della pallacanestro – e non solo quello – pende dalle sue labbra, non vede l’ora di stropicciarsi gli occhi dinnanzi ad uno spettacolo senza eguali.
Nella città degli angeli, sponda gialloviola, sono già tutti con le mani nei capelli. Dopo l’addio del Black Mamba, seguito da qualche stagione in chiaroscuro, sono pronti a godersi ogni notte le gesta di un campione stratosferico, un altro pezzo importante della storia di questo sport che indosserà la canotta dei Lakers. E questo non è, e non può essere un caso.
Ma se si parla di NBA nel 2018 la prima parola che viene in mente è “Warriors”. Golden State, Warriors, i più forti di tutti: hanno vinto tre degli ultimi quattro titoli NBA e il loro dominio dentro e fuori dal campo è destinato a durare nel tempo – LBJ permettendo, ovviamente, l’unico che negli ultimi anni ha provato a far saltare il banco, riuscendoci in una sola occasione.
Una volta si parlava dei Big Three. Steve Kerr li ha trasformati nei Big Five: Curry, Thompson, Durant, Green e, da quest’anno, persino DeMarcus Cousins, la ciliegina sulla torta. Un quintetto inarrestabile, probabilmente il più forte della storia di questo gioco, cinque uomini che hanno trasformato un semplice seppur meraviglioso sport in un meccanismo perfetto, armonico, e spumeggianti.
A Ovest però c’è la fila per dar battaglia agli straquotati Warriors.
In prima linea, Houston. Con l’arrivo di Carmelo Anthony, i Rockets sembrano pronti alla definitiva consacrazione e appaiono oggi i rivali più credibili per la lotta al titolo; insieme ad Harden e Paul, infatti, Melo può presentare il guanto di sfida ai fenomenali campioni di Kerr.
Promettono spettacolo anche gli Utah Jazz e gli Oklahoma City Thunder di Russel Westbrook, potenzialmente terza e quarta forza ad Ovest. Appena dietro, le due compagini di Los Angeles, i sopra citati Lakers di Lebron da una parte, e i Clippers del Gallo dall’altra. Occhio anche ai Timberwolves, pieni di talento ma probabilmente ancora acerbi. A Dallas, Luka Doncic promette scintille nell’anno da matricola, mentre gli Spurs, privi di Leonard e Tony Parker, pare abbiano perso parecchie posizioni.
Ad Est si preannuncia più equilibrio, con almeno quattro squadre potenzialmente in lotta fino alla fine per il primato. Su un gradino più in alto di tutti, però, sembra esserci Boston: Kyrie Irving in cabina di regia è un lusso che in pochi possono permettersi. Il grande acquisto dei biancoverdi, però, è il ritorno di Gordon Hayward, reduce dalla sfortunatissima stagione dello scorso anno che lo ha visto infortunarsi nell’opening match. Crescono e bene, inoltre, i grandi talenti: Tatum e Brown su tutti. Talento che non manca ai 76ers, che si preannunciano i grandi sfidanti dei Celtics insieme ai Raptors di Kawhi Leonard e ai Washington Wizards di John Wall e Bradley Beal. C’è grande attesa anche per vedere all’opera i Bucks del fenomeno greco Antetokounmpo, destinato a dominare la lega nei prossimi anni. Cleveland, invece, si lecca le ferite dopo l’addio di Lebron e prepara la rifondazione. Grande incognita anche i New York Knicks del cigno Porzingis, attesi probabilmente da un’altra annata complessa.
L’Europa è pronta a vivere grandi notti insonni. L’America, invece, si prepara a ospitare il più grande spettacolo al mondo.
Welcome back, magica NBA.