Scopriamo insieme la ricchezza del patrimonio artistico e culturale del Veneto attraverso 5 delle più belle ville palladiane da visitare.
Andrea Palladio è stato uno dei primi archistar italiani, quando ancora questo termine era ancora lontanissimo dall’essere inventato. Quando si parla di ville palladiane si parla di ville edificate dal Palladio per le famiglie aristocratiche e alto borghesi della Repubblica di Venezia e, ciò che le differenzia dalle altre sontuose ville dello stesso periodo, è che le ville palladiane non servivano soltanto allo svago dei proprietari, ma erano anche dei veri e propri centri produttivi: comprendevano campi, vigneti, magazzini, stalle e anche la loro architettura era funzionale in questo senso, con due ali laterali destinate agli ambienti di lavoro e il corpo centrale suddiviso in verticale in modo che ogni piano potesse servire a uno scopo diverso.
Le ville palladiane che fanno parte della lista dei Patrimoni dell’Umanità dell’UNESCO sono ben 24: scopriamo insieme 5 delle ville palladiane da non perdere.
1. Villa Almerico Capra, Vicenza
Villa Almerico Capra detta “La Rotonda” fu commissionata al Palladio da Paolo Almerico (fu però ultimata da Vincenzo Scamozzi nel 1605 per i due fratelli Capra). Le sue stanze sono caratterizzate da magnifici dipinti che per la maggior parte rappresentano le divinità olimpiche ad opera di artisti come Anselmo Canera, Bernardino India, Alessandro Maganza e Louis Dorigny. Questa villa venne soprannominata “la Rotonda” per la sua cupola e il suo aspetto, simile a un tempio antico (Goethe affermò che si trattava di un bellissimo tempio greco adatto ad abitarci), l’ha resa una delle ville palladiane più famose e imitate. Infatti, forse non tutti sanno che James Hoban, l’architetto che progettò la Casa Bianca di Washington, prese ispirazione proprio da Villa Almerico Capra.
2. Villa Barbaro, Treviso
Villa Barbaro sorge in un punto molto particolare dei colli Asolani: si trova infatti poco lontano da una sorgente che, secondo la leggenda, era legata a un culto locale e forse ospitava anche un tempio. Villa Barbaro fu costruita tra il 1554 e il 1560 per i fratelli Barbaro, rispettivamente un umanista e un ambasciatore. La costruzione di questa villa fu diversa dal solito: il Palladio infatti “ristrutturò” un palazzo medievale di proprietà della famiglia rendendolo un’abitazione di campagna adatta allo studio delle arti e della filosofia.
3. Villa Pisani, Montagnana
Abbiamo già avuto modo di parlare di questo magnifico borgo medievale che, oltre a essere “Borgo dei Borghi”, ospita anche questa splendida villa palladiana. Villa Pisani sorge fuori dalle mura fortificate di Montagnana, fu progettata nel 1552 e Andrea Palladio, grande amico dei Pisani (erano un’importantissima famiglia di patrizi veneziani), seguì personalmente il cantiere e soggiornò per diverso tempo nella villa.
4. Villa Foscari, Venezia
Questa villa palladiana progettata nel 1559 vicino a Venezia è un unicum per due ragioni principali. La prima è il carattere maestoso che la contraddistingue: la sua veste, così regale, è molto diversa da quella delle altre ville palladiane e anche le decorazioni interne di Giovanni Battista Zelotti e di Battista Franco sono di particolare pregio. La seconda ragione ha a che fare con un mistero che suggerisce – e chi non ama una bella storia, specialmente se è ambientata in un’antica e bellissima villa veneziana e ha a che fare con un mistero? Villa Foscari è soprannominata “la Malcontenta” perché secondo una leggenda una dama di casa Foscari venne segregata in casa come punizione per il suo comportamento ritenuto troppo libero per l’epoca; nessuno la vide mai più, nemmeno affacciarsi alla finestra, ma nessuno le portò mai delle provviste o andò a trovarla. La sua fine è avvolta nel più fitto mistero.
5. Villa Thiene, Vicenza
Una storia architettonica travagliata quella di Villa Thiene in provincia di Vicenza. Andrea Palladio costruì Villa Thiene nel 1542 a partire da un progetto di Giulio Romano che prevedeva una costruzione molto diversa da quelle tipiche palladiane. Era infatti situata al centro di due grandi corti agricole, con la fabbrica dominata da una loggia con volte a botte, e costruita in mattoni in origine coperti da intonaco. La costruzione della fabbrica e del palazzo si interruppe qualche anno dopo, e venne ripreso soltanto nel 1740 da Francesco Muttoni, che ne cambiò sensibilmente l’aspetto.