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5 film ambientati a Roma in onore della Festa del Cinema

5 film ambientati a Roma in onore della Festa del Cinema

Per celebrare l’undicesima edizione della Festa del Cinema di Roma, Musement vi consiglia 5 film girati nella Città Eterna e vi porta sulle location dei loro set.

La giornata di oggi dà il via all’undicesima edizione della Festa del Cinema di Roma. La Città Eterna celebra il cinema con una selezione di film diretti da importanti registi internazionali come Werner Herzog, e con incontri e convegni per appassionati di cinema insieme ad attori come Meryl Streep e Viggo Mortensen.

Il cinema ha certamente contribuito a rendere Roma “la Città Eterna”: dalle pellicole del Neorealismo di Rossellini e De Sica, al kolossal hollywodiano Quo Vadis? ambientato nell’antica Roma, sono innumerevoli i film che ci hanno portato tra le sue strade, che ci hanno fatto sognare di fronte ai suoi monumenti e ci hanno fatto respirare l’aria delle sue borgate.

Ecco dunque 5 film ambientati a Roma da vedere e rivedere.


La Fontana dell’Acqua Paola sul Gianicolo, protagonista della prima scena de “La Grande Bellezza” di Paolo Sorrentino

La Grande Bellezza

Il film di Paolo Sorrentino vincitore del premio Oscar come miglior film straniero nel 2014 ha scatenato critiche e pareri contrastanti. Gli spettatori lo hanno amato o lo hanno odiato, senza mezzi termini: alcuni lo hanno interpretato come un’ode dalla nostalgica patina felliniana alla città di Roma, altri come uno spaccato crudele ma reale della società romana, volgare e abbrutita, in contrasto con la bellezza di Roma; altri invece vi hanno visto soltanto un susseguirsi di cliché e citazioni. Una cosa però è certa: la Capitale è la protagonista indiscussa del film. Il regista infatti crea con le sue inquadrature dei veri e propri quadri che restano indelebili nella mente e negli occhi dello spettatore. Tra i tanti luoghi d’arte e di interesse ritratti, noi abbiamo scelto di segnalarvi il colle del Gianicolo nella scena iniziale del film: le inquadrature indugiano sulla Fontana dell’Acqua Paola mentre in sottofondo un coro di donne intona un canto sacro in yiddish. Il momento di sacralità viene bruscamente interrotto dalla scena successiva, la festa sguaiata e profana sul terrazzo che si affaccia sul Colosseo.


Il Ponte della Musica, dove si svolge la scena cruciale del finale di “Lo chiamavano Jeeg Robot”

Lo chiamavano Jeeg Robot

Questo film è stato la rivelazione del 2016: un’opera prima (il regista esordiente è Gabriele Mainetti), vincitore di sette David di Donatello e di tre Nastri d’Argento, e per di più un film di genere all’italiana di ispirazione manga ambientato nella periferia di Roma, a Tor Bella Monaca. Il protagonista, Enzo Ceccotti, è un uomo che si guadagna da vivere con furtarelli e altri espedienti; un giorno si lancia nel Tevere per sfuggire ai suoi inseguitori senza sapere che il fiume, in quel punto, è contaminato da scorie radioattive. Queste gli conferiscono come super potere una forza sovrumana che lui userà — come ogni supereroe che si rispetti — per combattere il male. Il male ha il volto dello Zingaro, il capo di un manipolo di malviventi che aspira a fare il salto di qualità ed entrare nei giri della grande criminalità organizzata. In questo film la Capitale è raccontata dalle sue periferie, più che dai monumenti grandiosi e dagli scorci da cartolina: il lunapark di Torvaianica, i palazzi fatiscenti, lo Stadio Olimpico e il Ponte della Musica. L’ultima scena del film ci riporta in centro, con una ripresa di Roma dall’alto: il Vittoriano biancheggia nella luce della sera ed Enzo osserva la città dalla cima del Colosseo.


James Bond, durante un inseguimento in “Spectre” sfreccia in automobile davanti alla Basilica di San Pietro

Spectre

Dopo un aver portato a termine con successo missioni in tutto il mondo, James Bond approda a Roma con Spectre. In questo film potrete rimanere con il fiato sospeso durante un inseguimento che dura quasi dieci minuti: 007 alias Daniel Craig cerca di seminare un temibile nemico correndo a bordo della sua macchina super accessoriata per le strettissime vie del centro di Roma. Queste scene ritraggono i luoghi iconici della Capitale in tutto il loro splendore notturno: l’inseguimento passa da Piazza Navona, Castel Sant’Angelo, davanti al “cupolone” di San Pietro e dal colonnato della piazza e si conclude in pieno stile 007 sulle sponde del Tevere.


Il Foro Romano

Habemus Papam

Nel 2011 esce un film di Nanni Moretti dal titolo Habemus Papam; narra la storia di un papa che, appena eletto, non si sente all’altezza del compito che gli è stato assegnato e decide di andare in analisi. Per ovvie ragioni viene molto contestato finché nel 2013, Papa Benedetto XVI non annuncia la sua rinuncia al ministero petrino, e il film di Moretti di due anni prima appare improvvisamente profetico. Lo scenario di questo film è naturalmente il Vaticano, ma, come si può intuire, molte scene sono state girate in location ricostruite altrove: Palazzo Muccioli ospita l’appartamento del Papa e l’indimenticabile scena del torneo mondiale di pallavolo è stata girata nel cortile di Palazzo Farnese. I luoghi delle scene in esterno coincidono invece con i luoghi della città che tutti possono visitare: per esempio, il Papa va a pregare in incognito nella chiesa di Santa Dorotea a Trastevere e la scena dell’incontro fra il Papa in fuga e il portavoce vaticano è stata girata davanti al Foro di Augusto che appare in tutta la sua imperiale bellezza.


Guardando la Fontana di Trevi ci sembra di sentire Anita Ekberg “Marcello! Come here!”

La Dolce Vita

Chiunque nel mondo se pensa a Roma pensa alla “dolce vita”, e chiunque pensi a quel periodo di splendore del cinema pensa a La Dolce Vita di Federico Fellini, e in particolare alla scena girata dentro la Fontana di Trevi. Nel film, la splendida Anita Ekberg si immerge nella fontana e invita Marcello Mastroianni a condividere con lei quel momento magico e surreale. La Fontana di Trevi è forse la location romana per eccellenza, quella che più rappresenta lo spirito e l’atmosfera dell’Italia e del cinema italiano di quel periodo, oltre che il massimo splendore dello stile rococò, con le statue di marmo bianco e gli inserti di metallo dorato. Ancora oggi i turisti sospirano di fronte allo splendore della Fontana di Trevi, e sognano la dolce vita.

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