Close
6 luoghi per non dimenticare e celebrare la Giornata della Memoria

6 luoghi per non dimenticare e celebrare la Giornata della Memoria

Celebriamo la Giornata della Memoria scoprendo e riscoprendo alcuni dei luoghi in Europa che meglio raccontano la tragica memoria dell’Olocausto.

Conoscere la storia è importante non solo per prendere bei voti a scuola – anzi questa è la parte meno importante di tutte; conoscere la storia significa conoscere ciò che è stato anche
se noi non c’eravamo, e questo aiuta a comprendere il presente, i movimenti dell’animo umano e le dinamiche di potere che spesso li governano.

Si dice che la storia sia ciclica, che tutto si ripete, ma ci sono errori del passato che è fondamentale non si ripetano mai più, ed è in questi termini che avere memoria diventa importante più che mai.

È con questo scopo che il 27 gennaio si celebra la Giornata della Memoria, la giornata che serve a tutti noi per ricordare l’Olocausto e le sue vittime. La celebriamo nel modo che conosciamo meglio, ovvero andando a scoprire (e riscoprire) alcuni dei luoghi in Europa che meglio raccontano la tragica memoria della Shoah.

1. Memoriale dell’Olocausto, Berlino

Berlino è la città che forse più di ogni altra racconta l’ascesa di Hitler e la sua caduta, davanti al parlamento tedesco, il Reichstag, dove le forze sovietiche issarono loro bandiera nel 1945 su una Berlino ridotta in macerie. Ci sono i resti del quartier generale delle SS e della Gestapo, c’è il quartiere ebraico, c’è l’ex cancelleria hitleriana e il bunker (ricostruito) di Hitler. Il monumento più di impatto è senza dubbio il Memoriale dell’Olocausto, il quale oltre a raccontare la storia delle vittime della Shoah (per ogni persona c’è una foto con la sua storia) c’è anche un isolato dove blocchi di cemento in ricordo di ebrei, rom, sinti, omosessuali e disabili uccisi nei campi di sterminio formano un labirinto grigio, claustrofobico pur trovandosi a cielo aperto.

2. Auschwitz-Birkenau, Cracovia

Varcare i cancelli di quello che è stato uno dei principali campi di sterminio durante il Nazismo è senz’altro un’esperienza molto forte, una di quelle che forse, più di ogni altra, aiuta a comprendere profondamente il significato della Giornata della Memoria. Tutto è stato lasciato esattamente com’era, le strade originali, le recinzioni, le torri e le rampe ferroviarie sono le stesse in cui, a partire dal 1940, vennero uccise circa un milione e mezzo di persone.

3. La fabbrica di Schindler, Cracovia

Restiamo a Cracovia per onorare la memoria di un eroe, Oskar Schindler. Questo imprenditore salvò più di un migliaio di ebrei dal campo di concentramento di Kraków-Płaszów, convincendo il capo del campo a cedergli alcuni prigionieri per impiegarli come operai nella sua fabbrica. La celeberrima “lista di Schindler” era la lista di nomi di ebrei da salvare che faceva redigere a macchina di volta in volta.

4. La casa di Anna Frank, Amsterdam

La struggente storia della giovanissima Anna Frank è sì raccontata dal suo diario, reso pubblico dopo la fine della guerra dal padre di Anna, l’unico sopravvissuto della famiglia Frank, ma anche dalla casa che abitò e dalla soffitta nella quale si nascose per sfuggire ai rastrellamenti nazisti. Una rilettura del Diario seguita da una visita alla casa di Amsterdam è sicuramente un buon modo per ricordarla, non solo in occasione della Giornata della Memoria.

5. Il Museo Diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà, Torino

Lo “slogan” di questo museo è “Per salvare la memoria serve resistenza”, ed è attraverso questa chiave che racconta con un percorso multimediale interattivo quello che successe a Torino dal periodo che va dall’approvazione delle norme antiebraiche del 1938 alla promulgazione della Costituzione repubblicana del 1948. Non è solo un museo con un’esposizione permanente di testimonianze e documenti, ma anche un museo diffuso, ossia che segnala e valorizza i luoghi della memoria sparsi in tutta la città per mantenere viva la memoria dei valori della Resistenza, quanto mai attuali.

View this post on Instagram

Manca pochissimo all'inaugurazione dell'installazione "Che razza di storia": vi aspettiamo al Polo del '900, Palazzo San Daniele, via del Carmine 14, il #22novembre alle 17.00. In questi tre giorni vogliamo cominciare a scoprire con voi le tre sezioni che accompagneranno il visitatore in un’esperienza emozionale condotta da luci, suoni e immagini. La prima sezione è dedicata a: "Le leggi del 1938: una rottura nella storia d’Italia". Le leggi antiebraiche del 1938 sono uno sviluppo conseguente della politica condotta da Benito Mussolini sin dalla presa del potere nel 1922: una politica intesa a cancellare le libertà fondamentali con misure eccezionali contro qualsiasi forma di dissenso ed esaltare il predominio della “razza italiana”, fino alla guerra coloniale contro l’Etiopia (1935). Quelle leggi, accolte con indifferenza dalla maggioranza della popolazione, sono però anche espressione della svolta totalitaria e dell’autonoma volontà persecutoria del regime fascista. L'installazione sarà aperta al pubblico dal 23 novembre 2018 al 3 febbraio 2019. Dispositivi interattivi ideati da #auroraMeccanica. #CSP_Innovazionecivica #cherazzadistoria #leggirazziali #razzismo #museodiffuso #museoresistenza #progetto1938 #torino #museo #istoreto #novecento #storiadelnovecento #storia #memoria #polo900 #polodel900 #instamuseo #storiaditalia #diritti #publichistory @unioneculturale
@ilpolodel900

A post shared by Museo Diffuso della Resistenza (@museodiffuso) on

6. Le pietre d’inciampo

Naturalmente la Giornata della Memoria è solo un pretesto per ricordare e ristudiare cosa accadde durante la Seconda Guerra Mondiale, pensiamo che la storia, e questa storia in particolare, vada ricordata il più possibile, tutti i giorni. Le pietre di inciampo hanno proprio questo compito: targhe d’ottone delle dimensioni di un sanpietrino incastonate per strada o sui marciapiedi all’altezza di luoghi dove vivevano o furono fatte prigioniere le vittime del Nazismo; su ogni targa è inciso il nome della persona, l’anno di nascita, la data della deportazione con il luogo e la data di morte se conosciuti. Se ne contano circa 71.000 in tutta Europa e, di recente, soltanto a Milano ne sono state aggiunte 21, sparse in giro per la città.

View this post on Instagram

#noncefuturosenzamemoria

A post shared by Pietre D'Inciampo (@pietredinciampo) on

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Close