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Agosto a Edimburgo nel periodo dei festival

Agosto a Edimburgo nel periodo dei festival

E chi l’ha detto che ad agosto bisogna andare al mare?

Ogni anno ad agosto (quest’anno dal 4 al 28) Edimburgo si anima con due prestigiosi appuntamenti, l’International Edinburgh Festival e il Fringe, la “frangia” off e indipendente nata nel 1947 in concomitanza con il festival e che, nel corso degli anni, è diventato importante e ricco quanto la kermesse ufficiale. Il Royal Mile – la “spina dorsale” che collega i due castelli della città percorrendo la Old Town – viene occupato da performer provenienti da tutto il mondo che si esibiscono e mostrano estratti dei loro spettacoli per invogliare il pubblico ad andare a vederli e per divertire i passanti. Le meraviglie di Edimburgo – teatri, ma anche alberghi, chiese sconsacrate, location all’aperto, aule universitarie, locali storici – si disvelano a turisti e abitanti della città diventando i palchi per spettacoli di prosa, stand-up comedy, cabaret, concerti e musical. È proprio in occasione dei festival che ho visitato Edimburgo la prima volta due anni fa: ho assistito a spettacoli originali ed entusiasmanti (un monologo in cui l’attore interpretava il manager dei Beatles ai tempi del loro esordio, e lo spettacolo I loved her scritto e interpretato da Jessie Cave, conosciuta al grande pubblico come la Lavanda Brown di Harry Potter) e ho ascoltato per la prima volta durante un’esibizione in Grassmarket insieme ad altri artisti di strada quello che è diventato uno dei miei gruppi musicali preferiti.


Grassmarket durante il Fringe, gremita di persone che assistono alle performance degli artisti di strada. Photo credits: Federica Giulia Sacchi

Il mio nei confronti di Edimburgo è un amore giovane, ma non per questo è meno totalizzante. La città scozzese esercita su di me lo stesso fascino di Parigi; è antica, elegante e al tempo stesso misteriosa: ogni strada è intrisa di storia e di fascino letterario. Usando un po’ di immaginazione si può avvistare Mister Hyde che si aggira in Cockburn Street avvolto dall’oscurità, si possono trovare palazzi e scorci che hanno ispirato J.K. Rowling, e si può scorgere Maria Stuarda in una delle sale del Castello.  Con camminamenti, monumenti, gioielli della corona, e un ingresso che ricorda uno stadio di Quidditch, il Castello svetta maestoso nel punto più alto della Old Town, ai suoi piedi i meravigliosi Princes Street Gardens, i giardini che segnano l’inizio della New Town e che vantano un meraviglioso orologio fatto interamente di fiori.


L’orologio floreale dei Princes Street Gardens. Photo credits: Federica Giulia Sacchi

In passato il Castello era circondato dal Nor Loch, un lago che veniva utilizzato come fogna della città e che è tornato molto utile durante il periodo dell’Inquisizione: l’inquisito veniva incatenato e gettato nelle sue putride acque; se il suo cadavere restava sul fondo del lago significava che era innocente, e la sua anima salva; se invece il cadavere veniva a galla, significava che l’imputato era effettivamente colpevole di stregoneria e dunque aveva fatto la fine che meritava. I Princes Street Gardens ospitano la Scottish National Gallery con la sua collezione di opere di artisti scozzesi e britannici (come il meraviglioso ritratto “Lady Agnew of Lochnaw” di John Singer Sargent).

Se la Old Town è caratterizzata da edifici gotici, dalle misteriose “close” sotterranee e dai cimiteri spettrali (da visitare il cimitero di Greyfriars Kirk), la New Town è la quintessenza dell’eleganza vittoriana, con corti circolari alberate, viali ampi e ariosi, e raffinati edifici d’epoca. In Charlotte Square – dove dal 12 al 28 agosto si svolge l’Edinburgh International Book Festival – potete visitare una splendida casa museo di epoca georgiana arredata in maniera storicamente fedele, e potrete fingere di unirvi a un banchetto imbandito con le pietanze tipiche dell’epoca.


Il Castello visto dal punto in cui un tempo di trovava il Nor Loch. Photo credits: Federica Giulia Sacchi

E parlando di tavola, la cucina scozzese è famosa per l’haggis, un pasticcio speziato di interiora di pecora. Se morite dalla voglia di provarlo, mi hanno detto che alla Deacon Brodie’s Tavern è molto buono – io mi sono astenuta. Sempre alla Deacon Brodie’s Tavern, che è dedicata all’uomo a cui si è ispirato Stevenson per creare il personaggio di Dr. Jekyll e Mister Hyde, fanno un ottimo salmone con purè e un fantastico fish and chips – questi invece li ho provati personalmente. Le altre due star della produzione culinaria scozzese sono gli shortbread e il fudge: potete trovare deliziosi biscottini al burro appena sfornati, classici e al cioccolato, o con frutta secca aromatizzati alla lavanda da Pinnies and Poppy Seeds; da Fudge Kitchen invece, il fudge, attraverso un processo davvero ipnotico, assume davanti ai vostri occhi forma e gusto incredibili. Se invece volte provare qualcosa di diverso dal cibo da pub, da Howie’s troverete un’ottima insalata di aragosta, da OX184 in Cowgate (la zona delle discoteche e dei locali) potrete assaggiare ottima carne alla griglia, hamburger e patatine fritte piene di salsa, mentre da Hula potrete pranzare con zuppe, panini e wraps sani e freschi, a base di verdure e spezie.

Il modo migliore per smaltire birre e shortbread è attraversare a piedi la New Town e arrivare nel quartiere di Stockbridge dove le case sono basse, colorate e circondate dalla natura. Qui si trova il Royal Botanic Garden, uno dei giardini botanici più belli che abbia mai visto – e ne ho visti parecchi perché ho una vera passione per le piante e per le serre vittoriane. All’interno del giardino sono stati ricreati habitat naturali che accolgono specie di piante provenienti da tutto il mondo, una meravigliosa serra vittoriana (appunto!), e una capanna interamente ricoperta di conchiglie dedicata alla Regina. Seguendo il corso del Water of Leith ci si addentra nel Dean Village, un quartiere residenziale dall’atmosfera magica dove il colpo d’occhio è quello di un villaggio fatato.


La meravigliosa serra vittoriana che si trova nel Royal Botanic Garden. Photo credits: Federica Giulia Sacchi

Se vi sentite più intrepidi o semplicemente ci avete davvero dato dentro con gli shortbread, potete arrampicarvi sull’Arthur’s Seat, una collina vulcanica in centro città che fornisce un assaggio della magnificenza delle Highlands, o su Calton Hill e visitare l’osservatorio ottocentesco, o ammirare il National Monument, un tentativo fallito di riprodurre il Partenone di Atene. Dalla cima della collina si gode di una vista straordinaria sulla città e sul mare.


Vista sulla città dalla cima di Calton Hill. Photo credits: Federica Giulia Sacchi

Anche se è difficile, è importante resistere alla tentazione di comprare uno dei kilt in vendita nelle decine di negozi per turisti che ci sono nella Old Town per investire in qualcosa di davvero speciale come un capotto di tweed scozzese di ottima qualità (e io sono così felice del mio che ne avevo parlato anche qui), un cappello eccentrico e unico come quelli della Regina Elisabetta o un libro antico di favole scozzesi illustrate. Quando tornerete a casa, sarete molto felici di aver portato con voi una copia rilegata di Macbeth invece che un set di sottobicchieri con il tartan dei clan scozzesi.


Edizioni antiche dell’opera di Shakespeare da Armchair Books. Photo credits: Federica Giulia Sacchi

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