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Come ho imparato a preparare il bagaglio a mano per viaggiare con le compagnie aeree low-cost

Come ho imparato a preparare il bagaglio a mano per viaggiare con le compagnie aeree low-cost

Un biglietto aereo in offerta con una compagnia low-cost può essere molto allettante. L’acquisto impulsivo comincia ad assumere un aspetto spaventoso quando si inizia a pensare al bagaglio a mano, alle penali da pagare, alla logistica e così via. Per evitare il sovrapprezzo per il bagaglio, siamo spesso costretti a sistemare tutte le nostre cose in uno spazio di 56 x 45 x 25 centimetri, e la procedura non è certo rose e fiori. Ecco come una viaggiatrice ha imparato a proprie spese a preparare il bagaglio a mano.

Una delle cose migliori del vivere in Italia è la facilità con cui si può partire per una breve vacanza e sbarcare in terra straniera dopo solo un paio d’ore, e senza effetti collaterali come il jet lag.  Da americana che in Europa ha fatto lunghi viaggi piuttosto che brevi vacanze, non avevo mai dovuto imparare a padroneggiare l’arte di preparare un bagaglio a mano. Avevo sempre volato con compagnie aeree che non addebitavano alcun costo per il bagaglio in stiva e avevo sempre approfittato dell’opzione per il bagaglio in stiva gratuito inclusa nel prezzo del biglietto. Chi non ne approfitterebbe? Specialmente se la destinazione è una città come Parigi, dove è utile portare con sé una grande varietà di abiti e scarpe tra cui scegliere.

Poi mi sono trasferita in Italia, e da lì a poco ho scoperto le compagnie low cost: ho subito imparato ad agire con prudenza con loro. Certo, il biglietto aereo è decisamente economico, ma ci sono numerose opzioni aggiuntive che avevo sempre dato per scontato con i voli transatlantici, come la scelta del posto e i bagagli in stiva, nonché i posti con più spazio per le gambe e l’imbarco prioritario. Quando inizi a sommare le spese supplementari, l’affare non sembra più molto conveniente e ti ritrovi al punto di partenza. Così, alla fine, ho imparato a rendere felice il mio portafoglio e a viaggiare solo con il bagaglio a mano. Sono molto fiera del risultato raggiunto.

Tra le varie compagnie aeree low-cost, EasyJet è la più insidiosa. La prima volta che ho volato con loro, ho appreso a mie spese che non mi era consentito portare una borsetta in aggiunta al bagaglio a mano, a patto che non fossi titolare della carta EasyJet Plus, un programma di abbonamento che non solo consente di portare a bordo un altro bagaglio più piccolo (una borsetta o una sporta), ma offre anche l’imbarco prioritario e conferisce dei vantaggi nella scelta del posto al momento della prenotazione, senza alcun costo aggiuntivo. Tuttavia, l’iscrizione annuale costa 170 sterline (199 euro), che non mi sembra molto diverso dal “costo aggiuntivo”.

Il mio primo viaggio con EasyJet è stato un volo per Copenaghen, da cui prendere il volo di coincidenza per le gelide Isole Faroe per poi trascorrere qualche giorno nella meno gelida Copenaghen; la mia valigia era quindi stracolma di abiti più o meno ingombranti, adatti per entrambe le città.  Senza girarci troppo attorno, è stato un incubo di proporzioni epiche. Ho giurato che non avrei mai più volato con EasyJet, anche a costo di pagare il doppio. Non avrebbero più preso un centesimo da me.

Poi, però, ho ceduto e volato con loro un’altra volta… molte altre volte, a dir la verità. Da allora mi sono rimangiata più volte le mie stesse parole: le tariffe sono così ragionevoli che tutto sommato mi sembra insensato pagare il doppio con altre compagnie.  Ora, dopo diversi voli, posso dire di aver ufficialmente imparato la complicata arte di fare i bagagli per volare con EasyJet. Naturalmente in estate è molto più semplice perché gli abiti estivi sono meno ingombranti, sono i mesi più freddi a rappresentare una vera e propria sfida – specie se la destinazione è Parigi. Ecco quindi come cerco di sistemare tutto (compresa la borsetta, il computer portatile, gli indumenti da corsa e una marea di prodotti per la cura personale) in un misero spazio di 56 x 45 x 25 centimetri.

 


Compagnie low-cost oppure no, fare le valigie è sempre una sfida.

  1. Metto il computer portatile, il telefono, i documenti di viaggio e i prodotti per la cura personale in una sporta di tela, per semplificare la procedura dei controlli di sicurezza. Superata la sicurezza, metto i prodotti per la cura personale nel bagaglio a mano. Al momento di salire a bordo, metto la sporta nel bagaglio a mano (sì, per di più mi siedo sul bagaglio all’aeroporto per riuscire a chiuderlo, e in certe occasioni mi hanno aiutato altre persone), infilo il telefono nella tasca posteriore e porto con me l’iPad mini, insieme alla carta d’imbarco in una mano e la bottiglietta d’acqua nell’altra. Sull’aereo, tolgo la sporta e la metto sotto il sedile frontale, prima di riporre la valigia nella cappelliera (per fortuna, a questo punto, non devo più sedermici sopra per richiuderla).  Non so se in questo modo infrango le “regole” o meno, ma personalmente non ho mai avuto problemi.
  2. EasyJet permette di portare una shopping bag “duty-free” in aggiunta al bagaglio a mano; cerco quindi di comprare l’acqua, uno snack o un paio di riviste nei negozi “duty-free”, così da poter utilizzare il sacchetto e sono in grado di portare ciò che mi serve a portata di mano per il volo, talvolta rinunciando alla tattica della sporta di tela (a meno che non abbia bisogno di usare il mio computer portatile).
  3. Le mie Converse All Stars nere sono le calzature più versatili. Sono comode per passeggiare durante il giorno e possono anche essere eleganti, ideali per alcune serate. In più sono leggere, non sono ingombranti e si infilano facilmente nel bagaglio a mano.
  4. Indosso le scarpe più pesanti e ingombranti sull’aereo, ossia un paio di stivali coi tacchi o le sneakers da corsa (lo so, non c’è niente di più americano che indossare le sneakers quando non si fa sport, ma occupano un bel po’ di spazio prezioso nel bagaglio a mano.)
  5. A mio avviso, arrotolare i vestiti è il modo migliore per sistemarli nel bagaglio a mano. Innanzitutto, ho una pessima manualità, quindi piegarli non è il mio forte (infatti, li tengo appesi piuttosto che piegati nei cassetti); inoltre li stiro regolarmente, e arrotolarli aiuta a sgualcirli il meno possibile.
  6. ll nebulizzatore da borsetta mi ha cambiato la vita. Pensavo infatti che non ci fosse un’opzione diversa dal bagaglio da stiva per la mia boccetta di profumo Chloé da 200ml. Invece, l’elegante nebulizzatore da borsetta mi permette di portare con me il mio profumo in inserendolo senza problemi nella mia borsa di prodotti per la cura personale.
  7. La mia borsetta, che si appiattisce molto facilmente, è una borsa in pelle color verde acqua che ho acquistato al mercato di Firenze. La ripongo ben appiattita in cima a tutto il resto, poco prima di sedermi sul bagaglio per chiudere la zip.
  8. Tutti lo abbiamo fatto durante un viaggio, e se lo neghi stai mentendo: tutti usiamo le nostre magliette e le nostre camicie più volte, prima di lavarle. Le maglie aderenti che non ingombrano da indossare sotto la camicia sono molto utili; quelle di Nudy Patooty sono leggere, sottili ed eliminano il sudore e gli odori sgradevoli, così mi sento perfettamente a mio agio anche con più strati addosso.
  9. Cerco sempre di mantenermi in forma con la corsa quando sono in viaggio, e l’abbigliamento per i mesi più freddi è ovviamente un po’ più pesante rispetto a quello per i mesi più caldi. Porto non più di due indumenti da corsa, a seconda della durata del viaggio. Solitamente sono sufficienti, e se è proprio necessario cerco di fare il bucato. (Nota: in genere prenoto tramite Airbnb e seleziono volutamente un appartamento che abbia la lavatrice.)
  10. A seconda di come la si guarda, la seguente politica di EasyJet può essere un vantaggio o uno svantaggio (per me è il secondo): se un volo è pieno, chiedono ai passeggeri di “offrirsi volontari” per mettere il bagaglio in stiva senza alcun costo aggiuntivo e/o ad un certo punto chiedono a tutti di farlo. Personalmente è una cosa che non sopporto: prima fai l’impossibile per sistemare tutto nel bagaglio a mano al fine di non pagare per il bagaglio in stiva, e alla fine devi comunque metterlo in stiva? Poi, devi attendere per recuperarlo al ritiro bagagli e ciò potrebbe interferire con il programma di viaggio. Per quanto sia scoraggiante, solitamente mi metto in fila non appena arrivo al gate, oppure mi siedo e aspetto fino a quando non vedo la fila ingrossarsi. Mi piacerebbe viziarmi con un posto con “più spazio per le gambe” o “nelle prime file” oppure con lo “Speedy Boarding”, ma questi servizi hanno il loro prezzo. Tuttavia, potrebbe valere la pena investire qualche soldo per evitare di stare in piedi nello stesso posto per un tempo infinito. L’attesa è però solo una delle componenti noiose di una procedura d’imbarco già da incubo, che consiste nello stare a lungo in piedi, girovagare intorno nell’attesa, fermarsi, camminare e infine accaparrarsi il posto. A volte mi sembra di far parte di un gregge di pecore!

 

Le compagnie aeree low-cost fanno sempre qualche passo falso –  ritardi, annunci dal gate all’ultimo momento etc… –  e così non faccio altro che lamentarmi, scrivendo su Twitter che non volerò mai più con loro… una promessa che riesco a mantenere solo fino alla vacanza successiva. In realtà ho smesso con i tweet perché penso che abbiano smesso di credere alle mie minacce – ormai hanno capito che grido “Al lupo, al lupo!”.

Superare tutto questo è la parte più difficile, ma una volta arrivata a destinazione mi chiedo: “È stato davvero così male, dopotutto?”. Forse, l’euforia che deriva dalla gioia di visitare un nuovo posto, rende sopportabile la rocambolesca e desolante avventura che precede l’arrivo.

 

 

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