In Italia esistono delle regole non scritte che è meglio non trasgredire. Solo perché alcuni di noi lo hanno imparato a proprie spese, non significa che debba essere lo stesso per te. Qui, uno di noi Musemates, condivide quanto ha imparato sulla propria pelle.
Sono un americano che vive a Milano e molte cose che fanno gli italiani sono interessanti ai miei occhi – e molte cose che faccio io risulteranno interessanti ai loro. Dopo un lungo periodo di osservazione, ho scoperto che ci sono alcune cose che proprio non si possono fare in Italia: nessuno viene perdonato se infrange queste regole non scritte, nemmeno uno straniero. Queste regole hanno spesso a che vedere con il cibo, probabilmente perché il cibo è una componente fondamentale della cultura italiana. Io le ho imparate perché le ho infrante, ma non c’è bisogno che tu commetta gli stessi errori. Quando visiti l’Italia tieni a mente questo elenco di regole non scritte delle usanze culinarie italiane, e tutto andrà per il meglio.
Il cappuccino va consumato solo e unicamente prima di pranzo
1) Il cappuccino non si beve dopo cena
Bere il cappuccino è socialmente accettabile solo a colazione, o al più tardi prima di mezzogiorno. Se provi a ordinare un cappuccino dopo pranzo o dopo cena, il cameriere ti guarderà storto, e gli altri italiani presenti ti diranno che non si fa. Naturalmente non ti impediranno di ordinarlo, ma non ti guarderanno più con gli stessi occhi. Non ho ancora capito quale sia la vera ragione di questo divieto: ho sentito dire da alcuni che il latte, assunto dopo un vero e proprio pasto, potrebbe avere effetti negativi sulla digestione, per cui è più indicato bere il cappuccino solo al mattino accompagnato da cibo dolce. Tuttavia, quando chiedo il motivo di questa regola ai miei amici italiani, loro non sanno rispondere; semplicemente la sentono nel profondo della loro anima, nel loro DNA è scritto che è sbagliato bere il cappuccino dopo pranzo o dopo cena.
Gli spaghetti devono avere questo aspetto quando vengono immersi nell’acqua per essere cotti
2) Gli spaghetti non si spezzano
Le regole sugli spaghetti sono molte. Per quanto riguarda la loro preparazione, devi sapere che è vietato spezzarli in due prima di metterli nella pentola per cucinarli. Se a questo volessi obiettare che è molto più facile farli stare nella pentola, sappi che ti darei ragione; tuttavia in Italia non è accettabile e, se lo facessi, la gente ti guarderebbe come se fossi.
3) Gli spaghetti si mangiano solo con la forchetta
E per restare in tema di follie e di spaghetti, sappi che non devi mai – mai! – tagliarli con il coltello per mangiarli. Non esiste italiano che non rabbrividirebbe di fronte a una scena simile. Il modo corretto per mangiare gli spaghetti è arrotolarli avvolgendoli attorno alla forchetta utilizzando il piatto per aiutarsi nell’operazione. La ragione di questo metodo è che bisogna “rispettare” l’integrità e l’essenza degli spaghetti: tagliandoli, diventerebbero qualcosa di diverso e non sarebbero più spaghetti.
NON fatelo MAI! Cibi differenti richiedono piatti separati.
4) Il cibo va separato
Prima di trasferirmi a Milano non pensavo che il concetto di “separazione del cibo” venisse effettivamente messo in pratica. Il mio pranzo in ufficio, di solito, consiste in un unico piatto contenente verdure, riso, carne e a volte qualche salsa. I miei colleghi italiani mi guardano come se stessi mettendo tutte queste cose in un frullatore per poi berle. Ho chiesto loro il perché e mi hanno detto che dovrei separare il cibo.
La sequenza tradizionale di un pasto è la seguente: antipasto, primo, secondo con contorno, dolce, caffè, digestivo. Questo è l’ordine che verrebbe seguito in un ristorante, ma è impensabile poterne tenere conto quando si prepara il pranzo da portare al lavoro. Il concetto, comunque, è sempre quello: il cibo va separato. Non si può mettere tutto insieme in un piatto e definirlo “pasto”.
L’antipasto è una sorta di stuzzichino che letteralmente significa ”prima del pasto”; il “primo” è la prima portata principale, a cui segue il “secondo con contorno” (o semplicemente “secondo”) che è appunto il secondo piatto principale, con o senza un contorno. Poi arriva il dolce, seguito dal caffè. Infine, se sei italianissimo, non mancherà il digestivo: uno shottino, generalmente alcolico, per aiutare la digestione (il fenomeno della digestione è un argomento che merita uno spazio a sé stante, e ve ne parlerò in un altro momento; per il momento vi anticipo soltanto che in Italia il tempo di attesa medio per poter nuotare dopo aver consumato un pasto è di due ore e mezza).
Sono americano e il mio rapporto con il cibo è molto diverso da quello che hanno gli italiani; per me si tratta di qualcosa che serve a sopravvivere (letteralmente a non morire). Voglio che sia buono, certo, ma non voglio neanche perdere troppo tempo a prepararlo. Gli italiani la faccenda è molto diversa: fa parte della loro identità culturale e mangiare, per loro, è un momento di condivisione. Credo che sia proprio l’importanza del cibo nella loro cultura a determinare tutte queste “regole”.
Naturalmente tutte queste sono regole non scritte e, se non le rispetti, non ci saranno reali conseguenze – al massimo potresti essere preso in giro. Ma se vuoi comportarti da vero italiano durante il tuo soggiorno in Italia, allora ti conviene seguirle.
bello