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5 cose che forse non sapevi della Reggia di Venaria

5 cose che forse non sapevi della Reggia di Venaria

Scopriamo insieme 5 cose curiosità sulla reggia di Venaria.

La Reggia di Venaria si trova a pochi chilometri dalla bellissima città di Torino. Dobbiamo pensare a questo luogo come a una Corte dei Contemporanei: un edificio monumentale che presenta alcune delle più alte espressioni del barocco universale e che, grazie a degli importanti lavori di restauro avvenuti nel corso degli anni, dal 1997 è aperta al pubblico. Gli abitanti della città e i visitatori possono davvero usufruirne come se fosse la loro corte, partecipando a mostre, percorsi espositivi, o anche solamente recandosi “a palazzo” per visitare le residenze reali sabaude e il giardino della Reggia. Come per la Reggia di Caserta, ci sono molte curiosità interessanti che riguardano la Reggia di Venaria. Scopriamo insieme 5 cose che forse non sapevi riguardo la reggia di Venaria.

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A circa 10 km da Torino è la Reggia di Venaria, Residenza Sabauda Patrimonio dell’UNESCO. Progettata dall’architetto Amedeo di Castellamonte su commissione del duca Carlo Emanuele II, la Reggia fu pensata come residenza di caccia nella brughiera collinare torinese (1658-1679). Il nome stesso, Venaria Regia, ne indica la destinazione. Nel tempo al borgo si unirono case e palazzi di lavoratori e normali cittadini che vollero abitare nei dintorni della Reggia. Si tratta di un complesso imponente in cui sono ben distinguibili i due momenti di vita della Reggia, quello seicentesco e quello settecentesco. Gli interni presentano una ricchezza tale di stucchi, dipinti, statue che gli occhi quasi si perdono nel contemplare cotanta bellezza. Tra tutti gli ambienti sicuramente il più suggestivo è rappresentato dalla Galleria Grande, un lungo e candido corridoio frutto del genio di Filippo Juvarra, già citato per altri incantevoli interventi architettonici. Un capolavoro dell’architettura del Settecento dal forte impatto scenico che nei sui 80 metri collegava l’appartamento del re a quello dell’erede al trono. La luce è preponderante nella Galleria; ben 44 le finestre da cui filtra una luminosità che è amplificata dal candore degli stucchi. Photo by @orizzonte_cultura Visita il nostro sito ➡ Link in bio ⏩Seguici anche su Facebook #beniculturali30 #culturalheritage30 #terrerare #OrizzonteCultura #progettoblog #museitaliani #tesori_italiani #storiadellarte #venariareale #arteatchers #discoverart #arteitaliana #italianarchitecture #culturetrip #igworldclub_museum #museumphotography #kings_luxury #artenelmondo #top_unesco_photo #unesco #italian_trip #italia_super_pics #shot_italia #exploringitaly #igerspiemonte #italianlandscapes #wonderfuldestinations #traveltheglobe

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1. L’etimologia del nome

Perché si chiama Reggia di Venaria? Carlo Emanuele II commissionò all’architetto Amedeo di Castellamonte una residenza che fosse in una posizione ottimale per le battute di caccia. Per questo motivo, tra i tanti luoghi possibili, venne scelta la zona ai piedi delle Valli di Lanzo caratterizzata da fitti boschi e da una grande quantità di selvaggina ad abitarli. Venne chiamata quindi Venatio Regia, in latino “reggia venatoria”, ossia della caccia.

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2. Una pianta particolare

Torino è una città misteriosa che risente grandemente dell’influenza delle correnti esoteriche e della presenza della massoneria. Anche la Reggia di Venaria risente del fascino misterioso, nella fattispecie, degli ordini cavallereschi. La sua pianta infatti ricorda il Collare dell’Annunziata, il simbolo dell’Ordine Supremo della Santissima Annunziata, tra gli Ordini il più antico (le sue radici affondano addirittura nelle tradizioni dell’antico Egitto) nonché la massima onorificenza di Casa Savoia e uno dei quattro Ordini illustri insieme a quelli della Giarrettiera, del Toson d’Oro e di San Michele nel XVI secolo. Esistono venti collane grandi per i cavalieri insigniti del titolo, e queste devono essere restituite al Gran Maestro alla morte del cavaliere; le collane piccole invece possono essere tramandate agli eredi poiché restano di loro proprietà.

3. Un fantasma di grande lustro

Restando in tema di misteri, quando si parla di castelli e antiche residenze reali un fantasma è sempre ben accetto. In questo caso non si tratterebbe di un fantasma qualunque, bensì del fantasma di re Vittorio Amedeo II, insieme al suo fidato cavallo bianco: è infatti un inequivocabile rumore di zoccoli quello che si può sentire riecheggiare nei corridoi della Reggia. Alcuni sostengono addirittura di aver fotografato il fantasma, altri invece assicurano che faccia da guardia alla Reggia e allontani coloro che non rispettano la sua maestosità.

4. Disagio e distruzione

La Reggia di Venaria non è sempre stata splendida come oggi. Visse secoli di vero e proprio degrado a causa della presenza militare: nel 1706 i francesi vi si insediarono e usarono la reggia come caserma danneggiandola in modo consistente e successivamente vi si insediò anche l’esercito napoleonico che distrusse i giardini per farne una piazza d’armi.

5. Gossip

Maria Giovanna di Trecesson, Marchesa di Cavour. Questo nome potrà non dire granché ai nostri contemporanei, ma nel 1668 era sulla bocca di tutti. La Marchesa di Cavour era l’amante del re Carlo Emanuele II, molti canti popolari parlavano della loro tresca e, successivamente, Guido Gozzano scrisse una novella sulla vicenda. La moglie del re, la duchessa Giovanna Maria di Savoia Nemours, fingeva di non accorgersi del tradimento, ma attendeva il momento più opportuno per mettere in campo una trappola efficace e smascherare gli amanti. Così fece: colse in flagrante suo marito Carlo Emanuele a letto con la Marchesa presentandosi alla Reggia a sorpresa quando lui le aveva detto che si sarebbe recato a caccia con il cugino.

1 comment

  1. Ilenia Maria Melis says:

    Ho visitato la Reggia e devo dire che lascia veramente a bocca aperta; così come per altri Palazzi di pregio torinesi, incanta per la ricchezza degli arredi, per il lusso e lo sfarzo senza eguali. Prossima tappa Stupinigi; il sogno è visitare tutte le residenze sabaude, e sono sicura che non deluderanno le mie aspettative.

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