Close
8 opere da vedere assolutamente al Reina Sofia

8 opere da vedere assolutamente al Reina Sofia

Scopriamo insieme 8 opere incredibili, da non perdere assolutamente quando si visita il Museo Nazionale Reina Sofia di Madrid.

Scopriamo uno dei più importanti musei d’arte contemporanea di tutta Europa. Nel Museo Reina Sofía sono custodite alcune delle opere più importanti della nostra storia più recente. Siete pronti a iniziare il percorso in questa incredibile galleria d’arte?

Guernica di Pablo Picasso, 1937

Uno dei pezzi più iconici del geniale pittore di Malaga è appeso alle pareti del Reina Sofia. Questo dipinto, in tutte le sfumature di grigio dal bianco al nero, rappresenta un evento tragico, che deve sempre rimanere nella nostra memoria, il bombardamento di questa piccola città nel nord della Spagna. Le sue dimensioni, con quasi 8 metri di lunghezza, così come l’assenza di colore, lo rendono un pezzo davvero travolgente.

 

View this post on Instagram

 

Un post condiviso da Giovanni Cásares (@gio903)

La table du musicien di Juan Gris, 1926

Questa opera, così rappresentativa della predilezione dell’artista per gli strumenti musicali e per tutto ciò che li circonda, è un dipinto ad olio pieno di bellezza, che ci costringe alla contemplazione e alla serenità. Juan Gris è uno dei maestri del Cubismo, e nel Museo Reina Sofia ci sono – per fortuna – anche molte altre sue opere.

 

View this post on Instagram

 

Un post condiviso da Yem Art (@yem.art)

Visage du Grand Masturbateur di Salvador Dalí, 1929

Questo dipinto, con le sue forme contorte ed evocative nel mezzo di uno di quei paesaggi desolati con un orizzonte chiaro così caratteristico di Dalí, è stato fatto dopo che l’artista trascorse i suoi primi giorni con Gala, che sarebbe diventata la sua nuova musa per il resto della sua vita. Nell’immagine vediamo come l’artista si sia rappresentato più volte in scene che hanno luogo contemporaneamente, mentre tutto ruota intorno a una roccia particolare, quella di Cap de Creus dove l’artista credeva di aver individuato il proprio volto.

Blau amb quatre barres roges di Antoni Tàpies, 1966

L’opera, ideata da uno dei più importanti autori spagnoli, è un fedele riflesso dello stile unico che lo ha caratterizzato. Tàpies, esponente dell’informalismo, ha sperimentato texture, materiali terreni e improvvisati, in una tavolozza di colori che trasmette sempre una certa serenità. Non ha esitato a utilizzare anche materiali poveri, di scarto, dando loro una nuova vita che andasse oltre gli stili e i concetti conosciuti, mescolando tecniche e texture fino ad arrivare a uno stile unico e distintivo.

 

View this post on Instagram

 

Un post condiviso da Arte e Artistas (@arteeartistas)

Carte e ai dadi di Georges Braque, 1914

Il Cubismo ha la capacità di intrappolare lo spettatore con le forme a volte impossibili da comprendere. Questa opera ha la particolarità di essere stata dipinta poco prima dello scoppio della prima guerra mondiale, quando Braque e Picasso seguivano, artisticamente, percorsi molto simili (dopo la guerra, i due artisti si sono evoluti verso percorsi diversi).
In quest’opera in cui il protagonista è il gioco d’azzardo, vengono mostrati volumi di grande complessità, e l’uso di materiali diversi che l’artista ha impiegato alla ricerca di quell’effetto è ciò che seduce lo spettatore.

Totalisateur, di Francis Picabia, 1922

Questo artista poliedrico ha viaggiato dall’Impressionismo al Surrealismo, passando per Cubismo e Dadaismo. In quest’opera Picabia gioca con l’astrazione geometrica, affinando il suo stile fino a raggiungere quella particolarità che lo rende un artista così apprezzato. In questo pezzo ci parla attraverso un linguaggio formale, tratto dalla meccanica e dai macchinari, che però non tralascia il simbolismo sessuale.

Peinture (Escargot, femme, fleur, étoile) di Joan Miró, 1934

In quest’opera si intravede lo stato emotivo dell’artista, con figure grottesche e una certa mostruosità. Era preoccupato per i tempi convulsi dell’Europa, un’angoscia che il quadro ci trasmette a prima vista. Ciò che prima, nell’opera di Miró era ingenuità, luce e puerilità, ha cambiato la sua palette cromatica, senza però smettere di essere una di quelle eccezionali opere piene di lirismo a cui l’autore ci ha abituati.

Contre le fonctionnalisme idéaliste. Le fonctionnement symbolique-physique matérialiste di Brassaï, 1933.

Questa fotografia in gelatina-bromuro su carta mostra un istante catturato dal fotografo ungherese. Il suo lavoro cerca, serie dopo serie, di immortalare la bellezza da una prospettiva unica. In questo caso, le diverse interpretazioni che l’immagine può ispirare sono contrassegnate da un titolo decisamente filosofico.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Close