Una città letteraria riesce a dare a coloro che la visitano qualcosa in più. Scopriamo insieme i luoghi e i percorsi letterari da fare a Trieste.
Chi vive mille vite attraverso le storie dei più grandi personaggi della letteratura ama viaggiare alla ricerca dei luoghi che hanno ispirato quei personaggi e quelle storie: il lettore più appassionato, il bibliofilo più convinto, vorrà vedere il luogo dove il suo autore preferito sedeva mentre pensava a sviluppare l’epopea del suo protagonista, e vedere quale fosse il suo orizzonte; vorrà ritrovare in quel bar i tratti, il bancone, il quadro descritti in una delle scene più importanti del romanzo che lo ha accompagnato nella vita, vorrà riconoscere volti e persone
Trieste è forse una delle città più “letterarie” di Italia: ha dato i natali a due grandi autori, Umberto Saba e Italo Svevo, ed è stata la città d’adozione di James Joyce.
Per tutti i lettori instancabili e per i topi di biblioteca, ecco cosa vedere a Trieste, seguendo lo spirito dei grandi classici tra monumenti, luoghi e percorsi letterari.
Le statue
Sono tre i numi tutelari che vegliano su Trieste: Umberto Saba, James Joyce e Italo Svevo. A questi grandi autori del ‘900 che hanno lasciato un’impronta indelebile nella storia della letteratura sono dedicate delle statue, come se fossero delle tappe da cui passare durante il pellegrinaggio letterario a Trieste. Quella di Umberto Saba si trova in Via Dante e passeggia con l’iconica pipa, il cappello e il bastone insieme agli abitanti della città; la statua di James Joyce passeggia sul ponte in Via Roma, quella di Italo Svevo accoglie, con un libro sottobraccio e con il cappello nell’altra mano, i visitatori in Piazza Hortis.
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I musei
Non ci sono solo statue dedicate a questi grandi autori, ma anche dei veri e propri musei. Il Museo Sveviano custodisce manoscritti e originali della maggior parte delle opere di Italo Svevo: commedie, saggi e articoli, novelle, favole, pagine di diario e il suo epistolario, che accompagna il visitatore in un percorso attraverso la storia delle letteratura con lettere di Joyce, Montale, André Gide e Vasco Pratolini, Giovanni Comisso. Il Museo Sveviano comprende anche una fornitissima biblioteca dove sono custoditi, tra gli altri, libri appartenuti all’autore, e un corpus di fotografie originali che contribuiscono a catapultare il visitatore nell’atmosfera dell’epoca in cui visse l’autore. Il museo organizza anche le Serate Sveviane, durante le quali vengono allestite tutte le commedie scritte dall’autore triestino. Il Museo Joyce invece organizza tutti gli anni il Bloomsday con letture di alcuni passi dell’Ulisse, conferenze, proiezioni e molto altro.
I portici
Proseguiamo tra le strade della città per un vero e proprio pellegrinaggio tra le pagine della storia della letteratura. I Portici di Chiozza sono proprio quelli citati in Senilità, quelli che l’autore frequentava quotidianamente insieme ai suoi amici artisti Umberto Veruda, Carlo Wostry e Isidoro Grünhut, promotori del Circolo Artistico Triestino e pittori di grande spicco.
Libreria Antiquaria Umberto Saba
Non c’è un museo istituzionale dedicato a Umberto Saba e alla sua opera, ma questa libreria antiquaria racchiude degnamente tutta la sua eredità (oltre a essere il paradiso per qualunque bibliofilo). Qui è possibile trovare libri appartenuti al poeta, foto e quadri che lo ritraggono e la mitica Olivetti con la quale scrisse il Canzoniere.
Via del Monte
In Via del Monte nel ghetto ebraico si trova la casa della balia di Umberto Saba. L’autore, nella poesia omonima, la definisce la “via dei santi affetti” poiché era molto legato a questa balia con la quale aveva vissuto per i primi tre anni della sua vita, ma sua madre la licenziò in tronco quando scoprì che cercava di educarlo al cattolicesimo di nascosto.
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Caffè Stella Polare
È ai tavoli di questo elegante caffè triestino che James Joyce, che in quel periodo insegnava alla Berlitz School – iniziò a scrivere Finnegans Wake. Si respira un’aria d’altri tempi, con i camerieri in livrea e una sala da tè decorata con stampe che raffigurano vedute sulle piazze della Trieste più antica e perduta. Nella sala principale, tutto l’anno, si alternano mostre di quadri e di fotografia che gli avventori del locale possono visitare tra un caffè e l’altro.
Caffè San Marco
Non il Caffè San Marco è uno dei luoghi letterari di Trieste per eccellenza: è stato uno dei luoghi di ritrovo principali degli intellettuali nel corso del ‘900 (tra gli altri, lo frequentava anche il nostro contemporaneo Claudio Magris) ma è anche uno dei più antichi locali della città. Fu fondato nel 1914 e ancora oggi è arredato come allora, con lo stile della Secessione Viennese in voga al tempo della sua apertura; le pareti e i soffitti sono decorati con nudi maschili, foglie di caffè e fiori, mentre i tavolini di marmo con le gambe in ghisa presentano teste di leone come decoro.