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Viaggio a Granada per due

Viaggio a Granada per due

Quando si pensa a una meta romantica, perfetta per un viaggio di coppia, Parigi e Venezia sono le prime mete che ci vengono in mente, ma spingersi fino Granada, con la sua atmosfera da Mille e Una Notte può riservare delle bellissime sorprese.

Le ragioni che mi hanno portato a scegliere Granada come meta per trascorrere qualche giorno di vacanza insieme al mio fidanzato sono state molteplici:

  • Sono stata a Granada per la prima e unica volta in gita scolastica nel 2009, in pullman, con uno di quei viaggi “Tutta l’Andalusia in 3 giorni”; per questo motivo, da diversi anni desidero passare le vacanze estive a Granada, ma ogni volta che cerco i voli, i prezzi sono sempre spropositati.
  • Io e il mio fidanzato volevamo visitare una città che avesse molto da offrire ma che non fosse troppo grande, in modo da poter trascorrere insieme qualche giorno di relax dopo un periodo lavorativo molto concitato per entrambi.
  • Venezia non era nella lista delle mete possibili perché non sono una fan delle serenate in gondola (ma non giudico chi invece le apprezza!)
  • A Parigi vivono troppi amici perché la vacanza fosse effettivamente a due.

Il nostro viaggio è cominciato con un volo alle 6.15 della mattina da Milano Malpensa ed è proseguito con una passeggiata in Plaza de Bib-Rambla e nell’Alcaiceria, un vero e proprio souk in cui oggi si susseguono negozi di artigianato locale, di stoffe e di gioielli, e che era un mercato delle sete durante la dominazione araba.

I segni della dominazione araba sono molto evidenti in tutta la città, e l’Alhambra ne è il simbolo più maestoso. L’Alhambra è affascinante, meravigliosa, ma soprattutto è immensa: quest’ultimo è l’aggettivo chiave, quello di cui dovete tener conto quando decidete di visitarla.

Penso che l’Alhambra sia il luogo peggiore in cui improvvisarvi guide turistiche: ci sono troppe cose da vedere e in un’area troppo vasta perché chiunque sia in grado di cavarsela senza un aiuto. L’aiuto, nel nostro caso, è stato il simpatico e preparatissimo Asier: ci ha condotti tra i fiori e tra gli aranceti profumati del Generalife, ci ha mostrato i resti dell’albero millenario dietro cui si incontravano in segreto la moglie del Sultano e il suo amante; ci ha portato nella Stanza del Trono, diversa rispetto all’immaginario a cui Game of Thrones ci ha abituato, dove il simbolo del potere non era costituito da un seggio imponente, ma da uno spazio in penombra posto sotto una finestra, studiato in modo che il Sultano avesse una visione completa di ciò che accadeva intorno a lui, nel palazzo di fronte, e sotto le mura, ma che coloro che gli si rivolgevano fossero accecati dalla luce che penetrava dietro di lui; ci ha spiegato il significato dei magnifici decori che ricoprono le pareti del palazzo, ci ha mostrato la stanza dell’harem e il Palazzo di Carlo V, incredibilmente simile a Palazzo Pitti di Firenze.


Vista dall’Alhambra

Il tour dell’Alhambra dura diverse ore e, nel migliore dei casi, avviene sotto il sole. Questo per dirvi che è preferibile riservare gli outfit carini ed eleganti a un altro giorno: meglio munirsi di scarpe da trekking e cappello parasole, piuttosto che rischiare un’ustione di primo grado alla punta del naso, decisamente più antiestetica e dolorosa.

Sempre abbigliati a questa guisa, potrete visitare l’Albaicín, il quartiere arabo di Granada, arrampicato sulla collina.  Le prime vie che si incontrano sono piene di bazaar dall’aspetto molto turistico (anche se vi si possono trovare delle bellissime borse di cuoio) e di teterias che offrono a caro prezzo sedute di narghilè – che possono essere affascinanti e trasgressive per gli adolescenti in gita scolastica, ma hanno decisamente meno attrattiva sopraggiunta l’età della ragione. Salendo da Callejon del Gato ci si addentra nella parte più residenziale del quartiere fatta di case bianche con inferriate di ferro battuto e terrazze fiorite. Qui non troverete orde di turisti accalcati a ogni angolo e potrete ammirare la città dall’alto senza essere costretti a scattare il vostro selfie di rito gomito a gomito con un’altra coppia.

Vagando per le vie attorcigliate del quartiere abbiamo incontrato sul nostro cammino il Centro Artesanal Albaicín El Gallo, un mercato di botteghe al coperto: una liuteria, una bottega di terrecotte,  una di argento, e un’altra di tappeti lavorati a mano. Se avete budget e spazio in valigia, qui troverete sicuramente qualcosa di interessante da riportare a casa – e magari per arredarla.

Il momento più romantico della vacanza è stato senza dubbio il pomeriggio passato ai Bagni Arabi Al Andalus. “Come sarebbe a dire pomeriggio”, obbietterete voi, “non è molto più romantico andarci di sera?”. Probabilmente sì, e proprio per questo motivo i turni di ingresso nelle fasce orarie serali sono presi d’assalto; l’ingresso è su prenotazione a numero chiuso, perciò non troverete mai la ressa per entrare nelle vasche, ma certamente, prenotando l’ingresso al pomeriggio, avrete il lusso di trovarvi, di tanto in tanto, da soli in una delle vasche o nel bagno turco. Gli interni dei Bagni Arabi  sono pervasi da una nebbiolina di vapore profumato, la luce è suffusa e penetra soltanto da alcune aperture tra le piastrelle decorate e colorate sul soffitto. Una volta entrati, desidererete restare lì per sempre, specialmente perché a ogni angolo viene offerto in grande copia uno straordinario tè alla menta, così buono che, in quei 90 minuti di paradiso, ne ho bevuta una tale quantità da sviluppare una dipendenza. Ma questa è un’altra storia. Con una manciata di euro in più sul costo del biglietto di ingresso potrete farvi massaggiare per 15 minuti con un olio profumato a vostra scelta, e vi assicuro che sarà una manciata di euro spesa molto bene.

Conclusa questa bella esperienza sarete morbidi, profumati, rilassati e innamorati, nella condizione di spirito ideale per fare una passeggiata mano nella mano lungo il torrente che costeggia la collina su cui si trova l’Alhambra.

Alle bellezze arabe e moresche di Granada si aggiungono due perle barocche che non si possono tralasciare quando si visita la città: la prima è la Cattedrale e la seconda è la Basilica di San Juan de Dios, detta anche (da me) la più barocca delle chiese barocche del mondo. Sfarzo, oro, stucchi, oro, reliquie, oro, statue e oro. L’abside della Basilica è un accecante gioco di intrecci e dettagli, e il suo interno è visitabile e ampio quanto un bilocale.

E anche sul fronte culinario la tradizione spagnola e quella araba sono ben equilibrate tra i vari ristoranti della città: abbiamo fatto un ottimo brunch a base di pan y tomate e Uova alla Benedict al Cafè Baraka, abbiamo cenato con le tapas alla Taberna La Tana – dove non ci sono tavoli, ma soltanto qualche posto a sedere al bancone e la selezione di vini è davvero speciale – abbiamo fatto merenda con i dolcetti arabi sia tradizionali che occidentalizzati con cocco e cioccolato della Pasteleria Diwan, e abbiamo mangiato il miglior couscous della nostra vita da La Mancha Chica Chaoen. Questo ristorante è gestito da una coppia arrivata a Granada dal Marocco 25 anni fa, ha una sala piccola con soltanto quattro tavoli e per permetterci di cenare senza prenotazione il suo gentile proprietario,  ha allestito un coperto improvvisato su un tavolo accanto al bancone nell’ingresso del ristorante. Abbiamo passato la serata chiacchierando con lui e guardando le notizie sottotitolate del telegiornale di Al Jazeera.

L’ultima sera a Granada è stata segnata da una cena indimenticabile; contrariamente a quanto ci si aspetterebbe in questi casi, non è stata una cena raffinata a lume di candela con vista sull’Alhambra illuminata (opzione scartata dopo un’attenta analisi dei ristoranti con queste caratteristiche, che ci sembravano tutti troppo costosi o troppo turistici), ma una cena a base di tapas di pesce fritto consumata a una tavolata insieme ad altre persone.

Avevo adocchiato vicino al nostro appartamento un bar di tapas dall’aria molto autentica specializzato in fritto misto di pesce (uno dei miei piatti preferiti) e ho proposto al mio fidanzato di passare lì la nostra ultima cena a Granada. Lui ha accettato di buon grado (anche lui ama il pesce fritto, è uno degli aspetti su cui si basa la nostra relazione), ma una volta arrivati da Los Diamantes in Calle Rosario, ci hanno informato che quella sera i calamari fritti – proprio quelli che desideravo dal momento in cui ero atterrata a Granada – non erano in menù. Stavo per abbandonarmi alla delusione quando ci hanno comunicato che in Plaza Nueva, c’era un altro bar Los Diamantes con il menù completo di tutti i calamares fritos desiderati. Sotto lo sguardo sbigottito del cameriere abbiamo mangiato una racion di calamares, una di gambas, una di verduritas e una di fritto misto.


Granada vista dall’alto

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