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Indovina il museo: il gioco di Musement

Indovina il museo: il gioco di Musement

Abbiamo pensato a un gioco da fare insieme, naturalmente in pieno stile Musement.

Per allietare le vostre giornate abbiamo pensato a un gioco da fare insieme, naturalmente in pieno stile Musement.

Di seguito troverete cinque opere misteriose che si trovano in altrettanti musei misteriosi. Per indovinarli, vi forniremo alcuni indizi: un dettaglio dell’opera e qualche curiosità sulla sua storia, sul suo autore o sulla sua composizione. Alla fine di ogni paragrafo, troverete la soluzione, scritta in “inchiostro simpatico” (basterà passare il mouse sull’ultima riga ed evidenziare la scritta).

Museo e opera n°1

Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=46759279

Questo museo ospita uno dei quadri più famosi del corpus prodotto dalla Confraternita dei Preraffaelliti, un’associazione artistica vicina al simbolismo e da intendersi anche come trasposizione pittorica del decadentismo. I pittori preraffaeliti avevano individuato un nemico da combattere, l’accademismo – e Raffaello Sanzio che ne aveva permesso lo sviluppo. La loro lotta avveniva a suon di opere dall’immaginario nostalgico, focalizzate su temi fiabeschi, storici, sociali, biblici e letterari. Vi invitiamo a soffermarvi proprio su quest’ultimo punto: il quadro di cui stiamo parlando ritrae una famosissima eroina tragica nata dalla penna di Shakespeare. La protagonista è ritratta immersa nell’acqua e con una collana di violette; questi fiori, come gli altri che la circondano, hanno un significato preciso: le violette simboleggiano la fedeltà e rimandano a uno dei versi del Bardo, atto IV, scena V «e le violette ti vorrei dare, ma appassiron tutte quando morì mio padre. M’hanno detto che ha fatto buona fine…».

Dopo aver ammirato questo quadro, potreste uscire dal museo e bere un bel tè delle cinque.

Soluzione: Londra, Tate Britain – Ophelia, John Everett Millais, 1851-1852

Museo e opera n°2

Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=148009

Questo museo ospita uno dei quadri più complessi di sempre. Si tratta di un trittico talmente complesso da presentare incertezze anche riguardo l’ordine in cui si leggono le tre tavole, che rappresentano rispettivamente Dio e l’incontro tra Adamo ed Eva, uno scenario fantastico che comprende figure nude, animali immaginari, frutta e scorci naturali, e la dannazione dell’Inferno. Il dettaglio qui sopra è rappresentativo del mood onirico, surreale, grottesco, caotico, ma anche sublime dell’opera: vediamo due figure danzanti ornate di ciliegie che trasportano una sorta di pianta sormontata da un gufo. Il significato di questo dettaglio così particolare è diabolico: le ciliegie rappresentano la lussuria e il peccato, mentre il gufo è un animale demoniaco.

Dopo aver spremuto così tanto le meningi per cercare di comprendere i significati nascosti di quest’opera sarà il momento di rifocillarsi con un po’ di tapas seguite dalla movida dei locali notturni della città.

Soluzione: Madrid, Museo del PradoIl giardino delle delizie, Hieronymus Bosch, 1480-1490 circa

Museo e opera n°3

CC BY 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=12223518

Si tratta di uno dei musei più famosi del mondo, e ospita alcune delle opere più famose del mondo. Ma non è di queste che parleremo – altrimenti non è divertente! Vi diciamo però che, oltre ad alcune delle opere più famose del mondo, ospita una sezione di arte egizia davvero notevole: sarcofagi, mummie, tavole incise con geroglifici e statue sacre, come quella che vedete nella foto. L’autore della statua è ignoto, ma sappiamo che il soggetto è la dea figlia di Iside e Osiride.
L’ala egizia di questo museo è stata addirittura la protagonista della trasposizione cinematografica della graphic novel Les Aventures extraordinaires d’Adèle Blanc-Sec: in Adèle e l’enigma del Faraone di Luc Besson, le mummie custodite nel museo vengono risvegliate per curare la sorella della protagonista e, una volta portata a termine la missione, se ne vanno a spasso per la città seminando sgomento.

Soluzione: Parigi, Museo del LouvreNefti in diorite 1360/1350 a.C.

Museo e opera n°4

Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=10244673

Venere è la protagonista di tantissimi dei quadri che questo museo ospita. La Venere del quadro di cui vedete il dettaglio qui sopra è, rispetto alle altre che abitano il museo, straordinariamente sensuale: è completamente nuda e guarda dritta negli occhi lo spettatore mentre è languidamente adagiata su un letto sfatto. Questo atteggiamento così poco pudico scandalizzò lo scrittore Mark Twain che nel 1880 definì l’opera “il quadro più indecente, il più vile, il più osceno che il mondo possiede”. Il quadro però riscosse a suo tempo e nei secoli successivi: ne vennero fatte numerose copie, e perfino Monet lo citò nella sua Olympia. Il dolcissimo cagnolino dipinto ai piedi della Venere non è solo un animaletto adorabile che tutti vorremmo coccolare, ma rappresenta la fedeltà che la sposa deve garantire al suo sposo, insieme alla sensualità. Questo messaggio era rivolto a Giulia da Varano, destinataria del quadro e moglie undicenne del duca di Urbino Guidobaldo II Della Rovere.

Una passeggiata lungo il fiume e una bella bistecca della cucina tipica locale sono l’ideale per fare una pausa e poi continuare a esplorare la città.

Soluzione: Firenze, Galleria degli UffiziLa venere di Urbino, Tiziano Vecellio, 1538

Museo e opera n°5

Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=46571340

Concludiamo con un museo che si trova in una delle nostre città del cuore e, per questo, con un quadro romantico e straziante al tempo stesso. Il dettaglio del quadro che vediamo qui in alto mostra da vicino i volti di due giovani che si baciano, il resto dei loro corpi nel quadro mostra tensione, instabilità: il loro è probabilmente un bacio d’addio.

Nel luogo che ospita quest’opera c’è anche un’accademia che coltiva giovani artisti provenienti da tutto il mondo.

Soluzione: Milano, Pinacoteca di BreraIl bacio, Francesco Hayez, 1859

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